Anche se la notizia era gia’ ampiamente attesa dal mercato la decisione di Fitch di migliorare l’outlook della Spagna a stabile da negativo su un rating sovrano BBB ha offerto una conferma ulteriore di un trend sui governativi periferici, iniziato quest’estate , e destinato a permanere anche per la prima parte del prossimo anno. Nonostante le voci di scandalo e le manifestazioni che avevano scosso l’opinione pubblica nei mesi scorsi il Governo spagnolo ha lavorato a testa bassa per un consolidamento di bilancio ottenendo una riduzione del deficit /PIL, un risultato insperato sino a tre mesi fa. Il programma di Governo centrato sulla riforma del mercato del lavoro, del settore finanziario e del sistema pensionistico e’ stato portato avanti con decisione come dimostrato dal successo del piano di vendite di proprieta’ dello Stato che stanno rimpinguado le casse dello Stato.
Con una disoccupazione che resta oltre il doppio di quella europea al 26% dal 12% nell’UE, il PIL inizia a dare segnali in territorio positivo con un +0.1% nel terzo trimestre interrompendo una serie negativa di ben otto trimestri consecutivi.Il PIL nel 2014 e’ atteso per ora solo allo 0.5%.
Ma il vero tallone d’achille per la Spagna resto come per il resto d’Europa un sistema bancario che fatica a stare al passo con la “ripresina” che pare molto piu’ forte nel settore industriale. Dopo il salvataggio di Bankia, con il nuovo piano varato a fine ottobre le banche riceveranno dal governo quasi 30 miliardi di euro a sostegno della loro capitalizzazione, attraverso la trasformazione degli attivi fiscali differiti in crediti di imposta, garantiti dallo stato, con ilvantaggio di poter essere contabilizzati come capitale nell’ambito delle nuove regole di Basilea III. Aldila’ dell’ufficializzazione e del via definitivo della Commissione Europea e’ chiaro che ci si vuole mettere al riparo dai prossimi appuntamenti cruciali del 2014 : con gli stress test dell’EBA che lavorera’ sui bilanci 2013 e sull’impatto della Recovery and Resolution Directive (RRD) che inserendo il bail in sul senior debt impattera’ il merito creditizio di alcune banche europee.
Molti analisti considerano tale provvedimento governativo la chiave per capire se le banche spagnole saranno in grado di passare in toto gli stress test europei i cui risultati saranno pubblicati alla fine del primo semestre dell’anno prossimo. In base alle regole di Basilea III, i parametri di solvibilità degli istituti di credito spagnoli dovranno risultati allineati e qualsiasi esito negativo minerebbe i progressi sin qui raggiunti in termini di consenso degli investitori e stabilita’ nel dibattito politico.
Per Spagna e Italia alle prese con una forte disoccupazione giovanile e una crescita insufficiente la variabile politica assume un’importanza fondamentale perche’ fa da cassa di risonanza alla percezione che gli investitori si fanno sulla capacita’ o meno dei due Paesi di dare una spallata definitiva alla crisi dimostrando una maturita’ degna da G7. Questo aspetto gli spagnoli l’hanno assimilato e messo a fattor comune per il bene del Paese e nonostante parametri macro peggiori dei nostri su molti aspetti come quello del mercato immobiliare vincono il braccio di ferro sullo spread e tengono le distanze ormai da un po’.
Lo spread Btp/Bund decennale si mantiene nel range della quota di 240-250 punti base per un rendimento del Btp 10 anni poco sopra al 4%, intorno al 4,10% che paradossalmente e’ stato sostenuto anche dalla promozione di Fitch della Spagna . Infatti subito dopo la notizia di Fitch la Spagna ha allargato il vantaggio vicino ai 10 punti base , mentre il rendimento dei Bonos decennali è sceso sotto il 4% (3,97%) sulle prime reazioni alla notizia. Nonostante il permanere di un quadro politico animoso gli analisti restano ancora ad un obiettivo di uno spread BTP/Bund 10 anni a 200 per fine anno ed a un rendimento definitivamente sotto al 4%, al 3,8%.
Le altre due case di rating anglosassoni sulla Spagna si tengono a distanza di un gradino da Fitch e per ora non hanno fatto trapelare alcun comunicato sulla quarta economia dell’Unione Europea. Anche il dato sulle vendite al dettaglio che cresce per la prima volta in Settembre del 2.2% dopo 3 anni di depressione e’ un altro segnale che va nella direzione della definitiva uscita dalla crisi.
Cosi’ processo di normalizzazione dell’allocazione dei rischi continua con almeno la certezza che i periferici non deluderanno, quindi anche Grecia e Irlanda che ci rincorrono, mentre l’attesa per l’annuncio di una nuova LTRO e per un tapering nel primo trimestre 2014 completano uno scenario per un 2014 tutto incentrato sula ricerca spasmodica di un contenimento degli effetti negativi dell’eccesso di volatilita’ che potrebbe ancora minare il settore delle banche e quindi il rischio sovrano di questi Paesi.