Tra le elezioni che coinvolgeranno i mercati emergenti quella del Brasile pare la più scontata ma anche la più importante per i destini dei mercati finanziari domestici e per l’andamento dei flussi di investimento dall’estero. La donna Presidente alla guida del Paese latinoamericano più importante , Dilma Roussef, si presenta alle Presidenziali del prossimo Ottobre in un quadro sociale ed economico molto diverso da quello che aveva caratterizzato la sua trionfale campagna elettorale del 2010. Nell’anno dei Mondiali di Calcio che si terranno proprio in Brasile non basterà una vittoria calcistica a offuscare le urgenze alle quali è chiamato a rispondere il Governo per colmare le carenze infrastrutturali che limitano produttività e sviluppo.
Tre candidati per un’elezione che vede la Roussef accreditata con un consenso del 43% e con la vittoria quasi certa per il suo Partito dei Lavoratori (PT). Per il centro destra del Psdb si presenterà Aecio Neves, senatore e ex Governatore del Minas Gerais , uno stato fondamentale per la vittoria elettorale , elemento non sufficiente dato lo scarso consenso sino ad ora raccolto. Ma la vera sfida ad erodere il potere del PT viene dal Partito socialista (Psb) che sarà rappresentato dal suo Presidente Eduardo Campos , Governatore del Pernambuco, il quale ha ottenuto l’appoggio esterno di Marina da Silva, leader dei Verdi (PV) ma non è molto conosciuto nel resto del Paese. Anche pubblicità e media sono anche a tutto vantaggio e tireranno la volata alla donna che Forbes proclamò come la più donna più potente del mondo nel 2012.
Ma restano i dubbi sul recupero di consenso sugli investimenti con un real brasiliano, vittima del tapering Usa ed ai minimi da settembre ed una Borsa che fa segnare il fallimento del rientro al di sopra di quello che era un supporto importante posizionato a 50mila punti e che si riflette in un quadro di fondo per gli emergenti che resta debole. Certamente la liquidità vede un nuovo approdo verso l’Eurozona e questo non fa che rendere ulteriormente necessarie misure urgenti di contenimento a fronte di un trend in calo dei FDI , flussi di investimento dall’estero, storicamente tra i più elevati per il Brasile.
L’inflazione , che resta stabilmente a ridosso del 6% , contro un target ufficiale del 4.5%, e’ uno dei principali problemi insieme alla disoccupazione , che il Governo Roussef 2.0 dovra’ affrontare e sta cercando di contenere comunque gia’ da tempo.Con tassi interni a due cifre che potrebbero allettare gli investitori esteri in uno scenario politicamente meno esposto e rischioso certamente di quello turco , e’ il rischio valutario e le prospettive di crescita che restano sotto esame.In tre anni dal 2010 la crescita si e’ ridotta di un terzo , dal 7.6% al 2,3%, e per il 2014 il rimbalzo ha il fiato corto date le attese per un 2.5% nella piu’ rosea delle aspettative.
Anche l’ampliamento del deficit della bilancia commerciale a causa del balzo delle importazioni non gioca a favore anche se il trend di esportazioni dovrebbe essere favorito dalla debolezza della divisa e quindi favorirne un riequilibrio su dati migliorativi nella seconda parte dell’anno .
La Roussef ha incontrato Blatter per rassicurarlo sui ritardi organizzativi dopo la pessima figura rimediata durante la Confederations Cup , evento blindato che fu complicato anche dalle dimostrazioni sociali che hanno visto lo schieramento dell’esercito per la prima volta da decenni nello scorso giugno.
Con un debito a ridosso dei parametri europei ed una situazione fiscale gestibile ed allineata ai progressi del continente mancano all’appello una riforma del settore dell’energia , come quella coraggiosamente portata avanti dal Messico e per la ristrutturazione del sistema sanitario per poter capitalizzare quel merito di credito investment grade ampiamente meritato in anni di grande impegno del Governo dell’ex Presidente e mentore di Dilma Roussef, Lula da Silva .Ci sono quattro mesi per dimostrare al mondo che il Brasile resta la scomessa piu’ profittevole di questo 2014 per il comparto emergente ed evitare un cambiamento di rotta da parte delle agenzie di rating, permettendo un fischio per un nuovo inizio della “squadra brasiliana” nuovamente vincente e non solo sui campi di calcio.