Mentre imperversa la campagna elettorale delle Europee 2014, con i tipici opportunismi degli euroscettici desiderosi di approdare a Bruxelles , i dati del PMI italiano e spagnolo trainano l’Unione Europea in un periodo in cui l’unica incognita pare rimanere un ‘inflazione lenta nell’adeguarsi ai promettenti dati ripresa economica. E mentre l’eventuale QE della BCE per ora resta solo verbale, l’OCSE ha diffuso il suo quadro macro finanziario sui Paesi membri. La BCE insiste sull’assenza di una situazione di deflazione che di fatto supporterebbe l’acquisto di titoli da parte della banca centrale mentre la Banca d’Italia nel suo rapporto semestrale sulla stabilita’ finanziaria solleva un allarme su una guidance della politica Usa che insieme al tapering potrebbe avere un effetto trascinamento nel medio lungo termine anche sui tassi europei.La fiducia degli investitori internazionali e’ un punto di ripartenza importante , e non solo per i titoli governativi italiani che vedono il decennale ai minimi storici ma anche per le attivita’ di private equity ed M&A piu’ generalmente nell’UE. Di fatto gia’ sui CDS bancari , che sono scesi di oltre 125 bp e le Borse in salita aiutano a completare uno scenario molto promettente per i titoli europei. A ben guardare poi il livello di indebitamento delle corporates Usa e’ ai massimi di sempre mentre per le corporates europee il necessario ricorso ai mercati e la diminuzione dalla dipendenza dei finanziamenti bancari ha creato ottime opportunita’ di investimento.
L’Economic Outlook dell’OCSE complete un quadro che vede l’economia globale ancora condizionata dai postumi della crisi finanziaria e dai problemi occupazionali.Come un mantra il Segretario Generale Gurria ribadisce che “il tempo delle riforme e’ adesso, necessitiamo di politiche che sostengono la crescita e che allo stesso tempo creino opportnita’ per tutti, assicurando che i benefici revenienti dall’attività economica siano ampiamente condivisi. “ Nessun dubbio invece sulla crescita cinese a ridosso del target del 7.5% mentre i BRCIS arretrano al 5.3% contro una crescita globale del 3.4% per quest’anno.
Sull’Unione Europea una nota dedicata al settore bancario il cui consolidamento e’ fondamentale anche per la riuscita dell’Unione Bancaria facendo eco cosi’ alle parole della BCE che all’indomani della pubblicazione da parte dell’EBA , (l’Autorità Bancaria Europea), dei i termini per lo stress test delle banche europee, ha ammonito che le carenze patrimoniali che dovessero emergere in seguito ai risultati all’AQR dovranno essere rimediate entro 6 mesi dalla divulgazione degli stessi , mentre quelle emerse dallo stress test entro 9 mesi .Le banche sono avvisate.
Per la prima volta inoltre Paesi avanzati e Paesi emergenti vengono accomunati nell’esigenza primaria di completare le riforme strutturali e mettere mano a modelli economici redistribuiti con ampio respiro sociale. Una sfida non facile ma certamente chi ne esce vincente da una situazione resa ancor piu’ complessa dai rischi geopolitici di una nuova “ Guerra Fredda 2.0” e’ l’euro , ormai considerato nuovo paradiso di stabilita’ valutaria per i capitali che escono dalla Russia e che evidentemente evitano il dollaro Usa. Cio’ non e’ certamente una buona notizia vista l’esigenza di livelli piu’ adeguati a lanciare la ripresa a questi livelli di inflazione. I rumours pubblicati su El Pais vedono un taglio dei tassi in Giugno ed il QE rimandato a quest’autunno, ma forse occorrerebbe rivisitare i parametri di qualsiasi decisione calandoli in uno scenario di tensioni USA/Russia che diffcilmente vedra’ un rientro del rafforzamento dell’euro nel breve.