C’era una volta l’epoca Goldlilocks prima della Crisi Globale , che evocando la famosa favola parlava di un’economia a bassa disoccupazione , crescita moderata, politica monetaria favorevole e crescita stabile . Ed ora sull’orlo di una Seconda Grande Recessione l’oro, e il petrolio, scendono inesorabilmente e la seconda fase di apprezzamento del dollaro Usa sotto 1.25 e frenata dalla corsa all’oro della Svizzera , per non parlare delle ambizioni dei “nuovi califfi”
Non so come sia fatto uno gnomo svizzero ma lo vedo un po’ come un coniglietto della Lindt elegante e sorridente, ma perché’ complicarsi la vota con un referendum sulle riserve auree sfugge ai più. Il referendum che si terrà il 30 Novembre e’ basato su tre assunzioni : 1) le riserve d’oro non potranno essere vendute; 2) le riserve dovranno essere detenute in Svizzera (attualmente son nei forzieri inglesi e americani);3)Le riserve in oro dovranno rappresentare il 20% delle riserve internazionali detenuti dall’SNB, attualmente sono soltanto l’8% (1040 tn.). E su tre possibili aggiustamenti che permettono di utilizzare due anni per l’implementazione ed estendono sino a 5 anni il definitivo completamento del processo “Salvate l’Oro Svizzero”
Ma perche’ ora e con la Banca Nazionale Svizzera (BNS) sugli scudi fortemente contraria ? Infatti ci troviamo di fronte ad un calo fisiologico riserve mondiali in oro dal 33% nel 2000 all’attuale 10%, paesi asiatici e Cina in testa (-37% consumi), ed ad una correlazione diretta con l’andamento della “money supply” e quindi il calo dei bilanci soprattutto di Fed e BoE legato alla fine dell’allentamento economico.E’ iniziato cosi’ il calo del l’oro che l’ha portato ai minimi dal 2009. Solo la domanda in India tiene compensa con un +39% la correzione cinese.
Il report del World Gold Council fotografa un calo del 2% della domanda globale e sugli ETF legati all’oro i deflussi son stati ingenti nell’ultimo anno e mezzo. A fine Ottobre uno dei primi sondaggi dava il fronte del SI guidava con il 45% ed il NO seguiva al 39% (gfs-Bern/SRG), dal 6 Settembre 2011 e’ in vigore un currency floor all’1,20, teso anche ad una stabilizzazione dei flussi alla ricerca di “safe haven”, paradisi sicuri dal punti di vista valutario. Se vincerà il si : a fronte di un mantenimento del floor all’1.20 i tassi di deposito diventeranno negativi e cio’ limiterà ulteriormente eventuali interventi valutari.Ma riportera’ volatilità/speculazioni sull’oro e schiaccera’ il dollaro Usa, quindi tuttti pronti
Il Target in caso di vittoria è di 2530 tn necessita un approvvigionamento di almeno 300 tn all’anno a prezzi in calo proporrei all’Italia, quarto Paese al mondo detentore di riserve auree di dargli le nostre, cosi’ risparmiano i costi di trasporto, e noi compensiamo con dei dollari di carta!!!
Ma come in tutte le favole c’e’ sempre il “genio della lampada”: ed il recente annuncio ripreso dal Daily Mail , spiega come l’IS, lo Stato Islamico, sarebbe intenzionato ad emettere una nuova moneta entro la fine dell’anno in tutte le zone controllate dal califfato. Ripristinare quindi il vecchio Dinar dell’era califfale che richiama l’ideale dell’Islam piu’ potente al suo apogeo post Maometto dell’ottavo secolo. Ma se il Gold Standard e’ una pessima idea antieconomica , questa decisione dimostra la debolezza e la vulnerabilità di un movimento terroristico che cerca alleati in Libia e nel Sinai e che vive di appropriazione indebita di petrolio e taglieggio sul territorio conquistato. Nessun sistema bancario darebbe spazio a tale moneta e tantomeno ai relativi scambi , a meno che come nel caso delle sanzioni russi “qualcuno” si presti neutralmente dall’esterno perche’ come il titolo di quel libro dello scrittore francese HZ vi sono Paesi che “….lave plus blanc”.