Anche il continuo rimando del Piano di Riforme inserito nella Road Map imposta ai greci offre la misura delle difficoltà che la Grecia ha di affrontare la gestione di un debito di circa 325 ml di euro, dei quali l’80% in mano alla Troika . Questo dato da solo fa capire come le negoziazioni viaggino sul filo sottile del tentativo di ricreare un clima di fiducia tra le parti ma senza scampo per i greci, cosa non facile quando si ha a che fare un Ministro delle Finanze che viola regolarmente i protocolli di base negli incontri internazionali e un leader di Syriza che ora ha grosse difficoltà a contenere un dibattito interno che rischia di far implodere il partito riportando a galla vecchi risentimenti che erano stati accantonati nel comune giubilo della vittoria elettorale. Cose già viste per chi come gli investitori italiani sono avvezze alla bagarre politica in “stile mediterraneo” . Gli stessi investitori che hanno cavalcato il rally dei titoli governativi periferici e che ora guardano ai governativi greci come l’ultima spiaggia molto speculativa di un trend che sta per chiudersi dovrebbero fare attenzione alle parole spese da Draghi a fine Febbraio nell’accettare il piano greco . Infatti se l’Eurogruppo ha parlato di misure sufficienti , la BCE ha chiarito che da quel momento sarebbe iniziato un processo di disamina attento di come siano state sostituite alcune misure richieste dalla Troika con riforme che rispettino criteri in termini di qualita’ e quantita’ degli interventi perlomeno simili.
Le misure iniziali volte ad aumentare l’efficienza nel settore pubblico, combattere l’evasione fiscale e riformare il sistema fiscale e produttivo senza dimenticare il supporto ai redditi piu’ bassi mirano a riportare il Paese su un terreno stabile da un punto finanziario e della crescita economica. Ma soprattutto e’ stato sciolto in parte il nodo piu’ importante quantitativamente e cioe’ quello delle privatizzazioni , osteggiate dal SuperMinistro Lafazanis, Ministro delle Attivita’ Produttive, Energia ed Ambiente che guida l’estrema sinistra “Left Platform” all’interno del partito di Tsipras.Infatti i greci si son presi l’impegno di rispettare gli accordi gia’ firmati e di rivedere quelli in corso senza preclusioni o pregiudizi formali.Quest’ultimo aspetto resta sibillino cosi’ come l’entita’ eventuale dell’aumento dei salari minimi .Il PIL del 2015 intanto e’ stato rivisto da molti analisti ma dovrebbe mantenere un segno positivo al di sotto dell’1%.
Quindi ci aspettano quattro mesi intensi con picchi di volatilita’ che accompagneranno ogni fase della Road Map e quindi i vari passaggi di approvazione sia a livello nazionale delle legislature, cominciando subito proprio dai tedeschi, che a seguire dagli organismi europei.Se il processo dovesse chiudersi favorevolmente la tranche di aiuti di 7,2 mld di euro scaduta il 28 Febbraio sara’ pagata ed a quel punto sulle disquisizioni interne politiche della Grecia calera’ un velo di disinteresse totale da parte dell’UE che gia’ dall’aver riportato Tsipras a patti con la Troika ha ottenuto un successo .Ma soprattutto abbiamo superato una prova sulla tenuta delle istituzioni europee fondamentale e da monito a quelle istanze che creano difficolta’ e ritardi nell’azione di lungo termine e che si levano quando un membro del club viola le regole e pensa pure di dettare le sue personalissime , in barba ad accordi e trattati comunitari. Le resistenze degli armatori greci difesi dalla Costituzione domestica saranno quindi ora messe a dura prova dalla riforma fiscale .
Soprattutto l’UE dopo aver affrontato l’Unione Bancaria e le discussioni che ne avevano ritardato l’implementazione ha potuto dimostrare all’IMF una fermezza ed una compattezza nell’affrontare la questione a salvaguardia anche dei mercati europei che resta cruciale per il futuro del mercato unico piu’ vasto al mondo.
All’indomani dell’approvazione in prima istanza dell’Eurogruppo abbiamo visto un rally dei GGB greci con buona pace degli hedge funds che hanno cavalcato questi titoli “distressed” proprio in attesa del piano di intenti. I quattro mesi scadranno prima che gli Usa decidano un rialzo dei tassi e questo darà ulteriore spazio ai mercati europei di affrancarsi definitivamente permettendo quell’arbitraggio gia’ incorso da inizio anno in uscita dai Governativi europei sui quai si son accumulati importanti redditivita’ verso sia il comparto azionario dei Paesi europei che l’obbligazionario corporates . Ci aspetta quindi un prosieguo d’anno all’insegna di un Europa protagonista dei mercati soprattutto ed anche sui volumi di primario delle obbligazioni e di aumento delle capitalizzazioni di Borsa.