In maniera del tutto inattesa Theresa May, seconda donna a diventare Primo Ministro del Regno Unito, ha convocato una conferenza stampa a mercati aperti per annunciare le elezioni anticipate che si terranno il prossimo 8 giugno.
Su diversi social network si era sparsa la voce che l’annuncio potesse contenere delle dimissioni a sorpresa, ingiustificabili peraltro, invece più ambiziosamente è stata ufficializzata la volontà di portare i cittadini alle urne.
Di solito un comunicato su elezioni anticipate ha un impatto negativo sui mercati finanziari ma in questo caso non è accaduto. Sembra evidente il tentativo della May di puntare a un mandato forte dall’elettorato per una Hard Brexit, anche per evitare continue dietrologie sull’esito referendario e senza dimenticare lo scontro sociale e il dibattito che vede contrapposte le fazioni conservatrici a quelle liberali e la richiesta delle nuove generazioni (piuttosto assenti al voto di giugno) di restare nell’UE.
La sterlina inglese ha solo da guadagnare da questa ipotesi e così i Gilt, titoli di stato inglesi, che potrebbero recuperare terreno sulla parte a medio e lungo termine. Inoltre, un voto che confermasse la May rafforzerebbe molto il suo potere negoziale e la possibilità di una maggiore elasticità nel mettere mano a misure eccezionali (da un punto di vista fiscale e normativo) per limitare i danni di un esodo sia delle corporates sia delle istituzioni creditizie e limitare la frustrazione dei dipendenti e del personale in generale, nonché delle agenzie europee in odore di trasloco imminente.
Così nel suo discorso il Premier inglese ha annunciato le nuove elezioni per l’8 di giugno che di fatto disegnano un cambiamento politico cruciale nelle negoziazioni per l’Unione Europea, nonché modificano radicalmente le strategie di portafoglio sulla sterlina inglese sulla quale ormai da più di un anno gli analisti internazionali concordavano su una visione pessimistica.
Il risultato elettorale rafforzerà quindi i Conservatori e permetterà alla nuova Lady di Ferro di condurre le negoziazioni evitando l’impasse governativa verso le elezioni generali previste nel 2020, data prevista per la fine dei negoziati. Quindi un mandato pieno per un Governo che vuol salvaguardare il PIL inglese e lo scenario economico e finanziario domestico da scossoni dovuti alle trattative, non compromettendo quindi i flussi finanziari e di investimento che potrebbero abbandonare l’isola britannica.
Durante il discorso la sterlina inglese spot che aveva chiuso il 17 aprile a 1.2565 ha oscillato sino a 1.2516, livello che non toccava da due mesi, per poi riprendere quota sopra 1.27; movimento analogo sul cross contro euro che da un minimo di 1.1748 si è attestato su 1.19.
Il nervosismo iniziale era legato all’opzione dimissioni ma poi si è trasformato in soddisfazione per l’annuncio di prossime elezioni. Il movimento tecnico al di sotto della media a 200 giorni quindi non è da trascurare. Solo sei settimane ci dividono da una prossima tornata elettorale, quindi tra i due ballottaggi francesi avremo anche l’ennesima scheggia elettorale.
Negli ultimi sondaggi tra i Conservatori, che rappresentano il centro-destra guidato dal Premier, e i Laburisti, guidati da Corbyn, ci sono 21 punti di distacco, il differenziale maggiore dal 1983: la scommessa della May risiede nell’evitare incertezze e speculazioni sulla pelle dei britannici e nell’ottenere un ampio mandato. Una mossa politica coraggiosa e astuta che ha costretto di fatto il leader dell’opposizione ad accettare nonostante il quadro per lui poco favorevole. A dimostrazione che in memoria della Thatcher il Regno Unito ha trovato nella May un’erede dopo 16 anni dalle dimissioni dalla scena politica, che ne fece una protagonista della politica internazionale degli anni ’80.