Più che “House of Cards” occorre dire che l’atmosfera nello studio ovale è sempre più da Casa degli Spiriti con i coniugi Trump che si aggirano in perfetta solitudine date le continue defezioni dei consiglieri presidenziali: dal portavoce dello stesso Presidente, alla Commissione per le arti e la cultura, sino ai Ceo dei due comitati economici.
La regola ferrea, anche se non scritta, della Casa Bianca è quella di non cambiare lo status quo di clientele varie e attività lobbistiche che dominano Washington. Ovviamente Trump si era illuso di scardinare un impianto che negli anni ha accompagnato ogni Amministrazione Presidenziale, nel bene e nel male, imponendo il rispetto di certi equilibri per il funzionamento di una encomiabile “macchina governativa”.
Così anche il consueto appuntamento tra le montagne di Jackson Hole si tinge di giallo di fronte all’impossibilità di Trump di portare a termine nessuno dei punti della sua agenda elettorale. Come risultato, i mercati finanziari americani – che sino ad ora hanno vissuto sui risultati positivi delle trimestrali e sulle aspettative di una certa moderazione sul ciclo rialzista dei tassi – si trovano quindi di fronte a un nulla di fatto sulle riforme promesse.
Anche i fatti di Charlottesville unitamente agli ingenti finanziamenti degli avversari di Trump, Clinton compresi, per soffiare sul fuoco dell’impeachment hanno suggellato un’impasse dove anche il buon avvio sui temi di politica estera dopo l’ultimo dietrofront sull’Afghanistan pare vanificato. Il cross EUR-USD è così rientrato rapidamente su quota 1.18 e il comparto small cap inizia a perdere i colpi.
L’ultimo tassello di questo puzzle tra il giallo e il noir riguarda la carica ricoperta da Janet Yellen in scadenza il prossimo anno e che sino ad un paio di mesi fa vedeva nelle scommesse più accreditate un avvicendamento con uno degli ultimi fedelissimi del Presidente, ovvero Gary Cohn, ex presidente di Goldman Sachs. Ma la scivolata di Trump sui recenti scontri con i suprematisti e l’ondata di violenza che ne è seguita hanno offuscato la buona stella di Cohn proprio a pochi giorni dal simposio di Jackson Hole.
Bisogna tenere conto che Trump dovrà affrontare ben tre posizioni vacanti alla Fed e, a quel che si sa, era in animo di colmare i posti con candidati allineati a una maggiore flessibilità sui dettami regolamentari (e quindi alla revisione della Dodd Franck), in controtendenza a ciò che sta avvenendo in Europa con Basilea3 e il completamento dell’Unione Bancaria Europea.
Con queste premesse, l’atteso discorso in Wyoming della Yellen aprirà i lavori giovedì mattina alle 8 ora locale sul tema della stabilità finanziaria. Un tema che si inserisce in un acceso dibattito in seno alla Fed sui prossimi rialzi dei tassi, come emerso chiararamente dalle minute dell’ultima riunione di fine luglio e che, quindi, alimenta i dubbi su una mossa per il prossimo meeting del 20 settembre.
Draghi dal canto suo raggiungerà gli USA dopo un discorso che terrà a Lindau in Germania il giorno prima, ed arriverà giusto in tempo per chiudere la mattinata con uno speech alle 13 che, difficilmente, potrà sciogliere il nodo di prossime decisioni sul QE soprattutto perché nel meeting BCE del 7 Settembre si dovrà fare il punto sulle nuove stime sull’inflazione e la prossima riunione che possa portare a qualsiasi decisione è rimandata al 26 ottobre.