Oro e Blackberry: Vittime del mercato che cambia

Dicembre

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Con le Borse che continuano a segnare record storici , alternati a sedute di ripensamento, la corsa ad una allocazione strategica di fine anno di fondi comuni e hedge funds e’ in piena attivita’ , ma c’e’ chi chiude il 2013 facendo segnare la fine di un’epoca, per motivi diversi, ma di fatto sempre legati a trend di mercato che cambiano come cambia l’impeto alla diversificazione dei portafogli verso nuovi lidi, e sempre piu’ sbilanciati sull’azionario , e quindi sulle valutazioni di scelte di produzioni e modelli economici in veloce cambiamento.
Partendo dall’oro che ha visto un calo della domanda mondiale del 21% nel terzo trimestre di quest’anno, portandosi al minimo degli ultimi 4 anni, ed in particolare con la richiesta dall’India in calo netto del 32%. Anche il mese di Novembre e’ partito all’insegna della debolezza e la fase correttiva in corso vede un supporto di ultima istanza tra i 1150 ed i 120 usd per trovare conferme di non ritorno.
La possibilità di un massiccio intervento sulle debolezze da parte soprattutto dagli investitori in ETF e’ difficilmente ipotizzabile valutando i deflussi sin qui accumulati dal piu’ trattato SPDR Gold Trust. Tra i principali venditori certamente le grandi banche e solo l’intervento di qualche hedge fund ha potuto mitigarne la correzione. Il tradizionale approccio da parte dei mercati mediorientali e dalle banche centrali che cercavano una diversificazione ai tradizionali investimenti valutari in dollari Usa ed euro , ed in misura minore su yen giapponese e sterlina inglese, guardano con attenzione ora allo yuan rembimbi e prendono atto di un cambiamento del sentiment di fronte ad una prospettiva di tassi ed inflazione ancora su livelli contenuti in prospettiva. La volatilita’ ha decisamente modificato trend ma soprattutto entita’ del range di oscillazione ed anche in questo caso destando ben poci timori su questo lato di fughe in avanti.
Il prezzo dell’oro ha perso dall’inizio dell’anno il 30% e lo spettro del crollo del 1981 viene agitato dai piu’.Ovviamente le tempistiche del tapering Usa incideranno inevitabilmente sull’andamento dei prossimi 6 mesi, infatti e’ anche l’atteggiamento dei soliti “gnomi svizzeri” e dei fondi pensione in fuga che preoccupa e condizionerà le previsioni di lungo periodo. D’altronde e’ troppo presto perche’ tornino in positivo i consumi di un segmento come quello a valle della gioielleria che sta a galla ancora grazie al “mercato dell’usato” e a commissioni di clientela mediorientale interessata a lavori di manodopera ad alto valore aggiunto, ove gli italiani sono tra i piu’ richiesti. In questo panorama anche i tentativi di un’armonizzazione globale dei regolamenti per ora son stati vani lasciando la questione certificazioni, tracciabilità’ e accreditamenti vari in balia di tavoli internazionali ove l’unico punto fermo restano le linee guida OCSE sulla “responsible supply chain”, quindi decisamente poco.
Cambiano le mode e cambiano i mercati come nel segmento delle telecomunicazioni che sta vivendo un momento di grande attivita’ nelle joint venture e piu’ ampiamente delle possibili fusioni , i modelli di riferimento vanno evidentemente oltre le linee fisse della telefonia e guardano al digitale come nuova frontiera su tutti i livelli di applicazione , spaccando il mercato tra i produttori “affiliati” ad Android, quelli legati a Microsoft Windows, come Nokia, ed il mondo Apple. Tanto che in un report realizzato dalla IDC (International Data Corporation) pubblicato dal Wall Street Journal in Italia Nokia sta vendendo piu’ di Iphone, anche per scelte commerciali legate a fasce di prezzo decisamente piu’ appetibili. Quindi Nokia segue Samsung superando Apple.
E che ne e’ stato del mitico Blackberry?Le notizie restano pessime , tanto che il nuovo CEO si e’ affrettato a smentire l’aggancio ad Android rimarcando che la compagnia e’ ad un punto di svolta nella sua storia. Prendere tempo pero’ non fa che rendere la deriva del Blackberry senza ritorno.
Vittima di questo gioco di potere tra sistemi operativi o meglio detti ecosistemi, e’ quindi Blackberry , che rimane spiazzata dalla capacita’ di questi di creare esigenze che vengono poi soddisfatte con applicazioni, e quindi app, che vanno dal solitario alle foto, film, e piu’ in particolare allo scanner digitale ed all’iterazione tra le app stesse, permettendo alla rubrica telefonica di dialogare con Skype e cosi’ via.Semplicita’ e minimalismo questa la ricetta che ha fatto volare il mercato degli smartphone e che vede Apple come nuovo fenomeno sociale “formato famiglia” grazie alle implementazioni cloud. Cosi’ il gap sostanziale da colmare per Blackberry resta lontano anni luce.

Parafrasando: le auto elettriche agli albori , che risalgono ai primi del ‘900, furono subito soppiantate dalle auto a benzina che trovò nelle nuove alleanze geostrategiche un filone produttivo strettamente legato alla “super” , e solo in minore parte al gasolio. Ora le esigenze ambientali hanno creato l’opportunita’ di un revival al quale si aggiungono i motori flexfuel brasiliani e gli ibridi “occidentali”.
Una cosa simile difficilmente potra’ avvenire nel caso dell’oro e del Blackberry, due status symbol della decade passata che hanno perso una loro collocazione economica e sociale soppiantati da nuovi trend che soddisfano le esigenze di un cambiamento nell’atteggiamento dei “consumatori”, che inevitabilmente risulta estremamente evidente anche e soprattutto nei mercati finanziari e nelle modalita’ operative che li contraddistinguono oggi.

About the author, Claudia Segre

As a financial expert, author, speaker, and the president of Global Thinking Foundation, Claudia Segre believes the only way to build a brighter, more prosperous future is to invest in the financial education of all women and girls.

She uses her platform to fight economic violence, accelerate financial inclusion for women, support female entrepreneurs, and promote the role of fintech in closing the gender gap.

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