Intervista a Claudia Segre, segretario generale Assiom Forex – Le Formiche a cura di Leonida Reitano
Gli errori del governo greco. I privilegi della casta degli armatori non intaccati dal premier Tsipras, l’esito dell’intesa all’Europa, i prossimi passi per Atene con alcune non secondarie novità come il fondo di garanzia. Ecco alcuni dei punti dell’intesa sulla Grecia approfonditi da Claudia Segre, segretario generale Assiom Forex.
Nello scenario attuale quanto è probabile una Grexit? Qual è il ruolo della Germania in tutto ciò?
L’ipotesi Grexit che dopo il Referendum greco aveva una probabilità di realizzazione molto elevata valutata da Goldman Sachs del 70%, dopo l’accordo di lunedì è rientrata con una possibilità molto ridotta di avverarsi se le riforme saranno riavviate. Ciò è dovuto alla strategia di pressione dell’Eurogruppo (e soprattutto dei tedeschi, e loro alleati ,che hanno costretto Tsipras a più miti consigli) e dall’altra parte della presa d’atto che l’ipotesi di una Grexit non è ritenuta fattibile tecnicamente dalla maggior parte dei paesi europei. Rimane quindi come una opzione estrema da avviare solo se crollasse integralmente la fiducia nella realizzazione del Piano di Intenti imposto alla Grecia.
Quali sono le responsabilità di Tsipras?
Le responsabilità di Tsipras sono molte perché, benché abbia ereditato una situazione già compromessa dai governi precedenti dal punto di vista economico e sociale, in questi cinque mesi non ha fatto nulla per proseguire sulla strada delle riforme e per arginare la fuga di capitali sradicando i privilegi di alcuni settori dell’oligarchia greca. Se lo avesse fatto si sarebbe potuto sedere al tavolo della trattativa con l’Eurogruppo in maniera più costruttiva. Ha preferito invece giocare una pericolosa partita a poker che ha perso in quanto ha trovato dall’altra parte un giocatore di esperienza come Schaeuble. Tsipras insomma ha avviato un braccio di ferro con l’UE che ha solo fatto del male alla Grecia.
Quali sono i privilegi greci che Tsipras avrebbe potuto e dovuto eliminare?
Prima di tutto quello degli armatori che hanno delle tutele fiscali enormi e inamovibili in quanto garantite anche dalla costituzione. Da gennaio i privilegi fiscali degli armatori hanno favorito una fuga di capitali dalla Grecia pari a circa 200 miliardi di euro. Dall’altra parte non ha combattuto l’evasione fiscale che è tutt’ora molto alta. Gli altri privilegi in questione solo quelli legati all’impianto burocratico e statale del Paese che ha circa 900.000 dipendenti nella P.A. ed è quindi largamente sovradimensionato. In ultimo abbiamo un trattamento agevolato per le isole, che ne favorisce le più gettonate, e un sistema pensionistico che non rientra nei parametri di efficienza di quanto adottato negli altri paesi europei.
Come leggi l’emergere dei movimenti populisti nel sud dell’Unione Europea? E l’Europa rischia di dividersi tra un nord e un sud?
Non credo che vi sarà questa spaccatura. Si sta lavorando a una nuova governance Europea, una sorta di Stati Uniti d’Europa più plausibilmente. Inoltre i movimenti antieuropei del sud Europa stanno osservando con grande attenzione quello che succedendo alla Grecia. Il messaggio arrivato con forza da questo scontro tra l’Eurogruppo e le autorità greche è chiaro: con l’Unione Europea non si scherza e che non ci sarà flessibilità sulle regole in quanto le linee guida economiche non sono state fatte per soverchiare nessuno, ma per mantenere in operatività un continente di importanza fondamentale per gli equilibri globali. Pertanto suggerisco a questi movimenti populisti di contribuire in maniera costruttiva alla risoluzione dei problemi dei singoli paesi. Ma non c’è spazio per giochi populisti! Come è finito male il poker di Tsipras così potrebbe finire male il tresette di un Salvini o di un Grillo.
Come valuta nel complesso l’accordo? Ha ceduto Tsipras o la Germania?
Tutte e due hanno ceduto e hanno rinunciato in parte alle aspettative di partenza. Certamente però in questa complessa partita il gioco delle parti tra la Merkel, colomba, e Schaeuble, il falco, ha funzionato in maniera più efficace. L’asse tedesco ha portato avanti una campagna, che ha raccolto consensi, contro l’atteggiamento del governo greco e soprattutto di Tsipras e Varofaukis sottolineando come la fiducia fosse svanita e bisognasse ricostruire questo rapporto fiduciario su nuove basi. Il problema è che alcune delle ricette che hanno cercato di imporre i tedeschi come quella della Grexit temporanea erano assolutamente fuori luogo come è stato sottolineato dai francesi e dagli italiani. I greci invece hanno dovuto accettare un pacchetto di misure molto più gravoso di quello che era stato offerto inizialmente.
La Grexit è stata accantonata o semplicemente rinviata?
E stata accantonata, ma il fatto che rimanga come opzione è un monito molto importante per il governo greco. Devono sapere che non ci sono alternative e che se la Grecia non dovesse ottemperare a quanto sottoscritto la Grexit sarebbe inevitabile.
Ritieni fattibile da parte del parlamento ellenico l’approvazione delle misure concordate?
Le misure sono approvabili e sono assolutamente in linea con gli standard europei. Servono a rimettere in riga il paese e ricostruire una base fiduciaria sulla base della quale riavviare il dialogo politico e contribuire al rilascio dei fondi. Le chiacchiere non bastano più l’Europa chiede azioni concrete e le azioni le deve fare e le potrà fare solo il governo greco. Il punto interrogativo rimane solo uno, che tipo di maggioranza approverà queste misure? e che tipo di maggioranza le porterà avanti? I partiti di centro comunque supporteranno l’approvazione di queste misure per cui anche se Syriza si spacca non vedrei ostacoli alla loro approvazione.
E’ possibile una ristrutturazione del debito greco?
Tecnicamente in questo momento non è fattibile. In questo momento si devono arginare una serie di problematiche scatenate dalla roulette russa avviata da Tsipras. In questo momento quindi la priorità è stabilizzare il sistema bancario, l’equilibrio economico sociale del Paese e lavorare sul fondo fiduciario per quanto riguarda le privatizzazioni per procedere con l’erogazione progressiva dei fondi alla Grecia.
Il fondo fiduciario sarà gestito dai greci e non da un’entità di diritto lussemburghese come chiedevano i tedeschi.
I tedeschi avevano chiesto di racchiudere asset statali greci per un valore di 50 miliardi di euro, comprese le banche ricapitalizzate, in un trust di diritto lussemburghese per essere rivenduti in primo luogo per ripagare il debito. Su pressione francese e italiana hanno dovuto fare un passo indietro. Un passo più che logico visto che sarebbe stata un’inaccettabile violazione della sovranità greca e contraria ai principi europei. Quindi il fatto che il fondo sia in mano ai greci (comunque con revisione di esperti della UE) è la soluzione che ha più senso per questo trust che raccoglierà i beni pubblici legati alle privatizzazioni che consentiranno di avviare il ripagamento del debito e la ricapitalizzazione delle banche.
L’accordo di fatto non sconfessa il No vittorioso al referendum? E’ la fine di Tsipras?
Semplicisticamente si potrebbe dire cosi. Tsipras ha fallito su tutti i fronti sia quello del dialogo con la UE sia quello del consenso interno che sta venendo meno. Ha avviato un giochino populista per rinnovare e rinforzare il suo consenso portando avanti un quesito referendario che era già lettera morta in quanto decaduto. Ora vedremo se il popolo greco, che comunque non vuole una uscita dalla Unione Europea, gli abbonerà gli errori commessi o gli volterà le spalle perché ha solo aggravato i problemi del paese ed è approdato a un accordo peggiorativo rispetto a quelle iniziale.